Nel 2001 un team di ricercatori canadesi scoprì, a largo di Cuba, le rovine di un’antica città sommersa. La scoperta suscitò l’interesse di tutta la comunità scientifica furono avviate indagini più approfondite.
In realtà, le curiose rovine erano già state individuate nel 2000, attraverso la scansione “via sonar” dei fondali al largo di Sant’Antonio (a nord di Cuba), da Paulina Zelitsky e Paul Weinzweig in cerca di relitti da recuperare.
Fin dai primi rilievi si comprese di essere in presenza di un antico insediamento urbano, costituito da grossi blocchi di granito lavorato, alcuni dei quali presentavano un aspetto piramidale o circolare ed erano perfettamente allineati. Per verificare il sito venne inviato sui fondali un robot sottomarino, le cui riprese confermarono la straordinarietà della scoperta.
L’analisi delle immagini e dei campioni acquisiti hanno appurato che queste strutture, un tempo emergenti nella terra emersa, potrebbero risalire ad oltre 6000 anni fà e quindi antecedenti le stesse piramidi di Giza.
Secondo altre e più recenti notizie divulgate sul web, i due ricercatori avrebbero effettuato anche un secondo sopralluogo, identificando grandi strutture piramidali, manufatti simili a sfingi ed enormi blocchi di pietra con incisioni in una lingua sconosciuta.
Se questi dati saranno confermati, potremmo dire di essere in presenza di una delle più importanti e clamorose scoperte in ambito archeologico.
L’esistenza di una città o civiltà sommersa costituisce la prova inconfutabile di un evento catastrofico che, migliaia di anni fà, ha stravolto le condizioni geo-climatiche del pianeta sommergendo vaste aree geografiche.
Stranamente, la notizia non era stata divulgata come meritava. Ciò accade spesso, sia per ragioni di prudenza che per lo scetticismo della scienza ufficiale a mettere in discussione i valori acquisiti.
Solo nel mese di Ottobre, la rivista americana “Ancient American” ha pubblicato un breve articolo in cui si spiega che, nel Settembre del 2001, una team di ricercatori spagnoli, durante un sopralluogo nei fondali marini a sud ovest delle Azzorre, ha individuato una sporgenza lunga 90 chilometri, un tempio sostenuto da 9 pilastri ed i resti di cinque canali circolari e ponti.
In merito a tale scoperta, il ricercatore Carlo Alberto Cossano ha affermato che non è affatto irragionevole ammettere che le rovine sommerse di Cuba potrebbero obbligare a riscrivere la storia delle civiltà dell’uomo, se non contribuire a chiarire i misteri concernenti la nostra origine.
2 comments
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