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La straordinaria mappa di Piri Reis

by admin
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Nel 1530, Solimano II il Magnifico commissionò a Muhiddin Piri Memmed (ex pirata turco poi divenuto ammiraglio arabo) la compilazione di un atlante geografico che fungesse da libro di navigazione.

Muhiddin Piri (detto Reis dal suffisso ammiraglio) portò a termine la faticosa opera avvalendosi della propria esperienza personale (essendo un abile navigatore) e di mappe e cartografie più antiche di cui era in possesso.

Piri Reis avrebbe assunto una parte rilevante delle informazioni da un marinaio che aveva navigato con Colombo, da cui attinse manoscritti originali che (nel suo atlante) gli consentirono di descrivere le coste americane.

La mappa (che dal nome dell’autore è detta di Piri Reis) descrive minuziosamente i dettagli delle spiagge, le linee costiere e le caratteristiche geografiche del Mar Egeo e del Mediterraneo.

Il prezioso manoscritto è oggi conservato nel museo di Berlino.

La mappa (composta di due parti, realizzate su pelle di gazzella) venne scoperta casualmente nel 1929 da Halil Edhem, direttore del Museo Nazionale di Istanbul, durante alcuni lavori di restauro. In realtà, come compresero gli studiosi che li analizzarono, i reperti cartografici facevano parte di un vero e proprio “Atlante Mondiale” che, purtroppo, non è giunto in modo integrale ed è andato disperso.

Le due pergamene riportano la cartografica del Nord e Sud America e dell’Africa Occidentale. Molti dati risultarono subito soprendenti.

Prima di tutto, Colombo non aveva navigato lungo le coste nordamericane ma aveva scoperto solo i Caraibi.

In secondo luogo, le coste del Sud America descrivevano zone e luoghi non ancora conosciuti al tempo di Reis (come le isole Falkland e la Terra del Fuoco, la cui posizione è correttamente riportata nella mappa).

Nella parte superiore del manoscritto è indicata una vasta area comprendente l’Islanda, la Groenlandia e la Gran Bretagna. Vi è descritta l’ubicazione del Rio delle Amazzoni che sorge dalle Ande e sfocia ad est. La carta mostra e descrive dettagliatamente l’Isola di Marajò, scoperta solo nel 1543.

Nel 1953, per effettuare esami più approfonditi, la mappa fu inviata all’Ufficio Idrografico della Marina degli Stati Uniti, dove fù analizzata dal maggiore Walters (capo ingegnere) e dal capitano Arlington Mallery (archeologo ed esperto in mappe antiche).

Quest’ultimo appurò che la mappa aveva un livello di precisione sconcertante e che, nella linea costiera meridionale, riportava finanche la Terra della Regina Maud. L’archeologo, coadiuvato da due astronomi e da un cartografo, decodificò il metodo di proiezione usato per rappresentare la superficie terrestre e trasferì la mappa di Piri Reis su un globo. Il risultato fù strabiliante perchè la mappa era precisa nei minimi dettagli.

Sulla base degli esami condotti e dei risultati ottenuti, Mallery affermò pubblicamente che il solo metodo per disegnare una mappa tanto accurata era il sorvolo aereo.

La notizia più incredibile giunse nel 1966, a seguito delle ricerche svolte dallo storico statunitense Charles Hutchins Hapgood, secondo cui la mappa di Piri Reis mostra le coste dell’Antartide priva di ghiacci ed altre terre inesplorate (come la costa occidentale dell’America ed il suo interno).

Ora, in base alle attuali conoscenze, sappiamo che l’Antartide è stata scoperta solo nel 1818 e che la sua calotta è ricoperta di ghiaccio da milioni di anni. E’ pertanto impensabile che qualcuno abbia potuto descriverne le coste prima del permafrost.

L’ipotesi di Mallery, che riconduceva la cartografia ad una antica civiltà estremamente evoluta, non venne accettata dalla comunità scientifica, nonostante i dubbi dimostrati da alcuni ricercatori (lo storico George Ketnam, il Prof. D.Dolgusin e l’archeologo N.Y. Mepert).

Studi più accurati hanno provato che l’ultimo periodo di assenza di ghiaccio dall’Antartide risale a 6.000 anni fà.

Resta il fatto che vi sono soltanto due spiegazioni plausibili. O la mappa di Piri Reis è stata elaborata su materiale tramandato da antiche civiltà tecnologicamente evolute e poi scomparse oppure è il risultato di riprese aeree effettuate da civiltà non terrestri.

Nulla vieta di credere che  6000-7000 anni fà le antiche popolazioni avessero sviluppato estremo interesse per questo continente e siano riuscite, nel corso dei secoli e con strumenti rudimentali, a descriverne la morfologia e le coste.

Nel Medioevo circolavano i c.d. “portolani“, carte nautiche molto accurate sulle più comuni rotte di navigazione. Alcuni portolani  focalizzano le coste del Mar Mediterraneo e dell’Egeo ed in modo simile alla mappa di Piri Reis,  riportavano terre ancora sconosciute.

Ciò porta a considerare l’esistenza di una fonte comune e di tradizioni cartografiche la cui conoscenza era riservata a pochi addetti al mestiere. Si suppone che Cristoforo Colombo sia stato uno dei pochi abili navigatori in possesso di questo “materiale” riservato e che lo abbia utilizzato per le sue navigazioni ed esplorazioni.

Lo stesso Piri Reis, in alcune note a margine, riferisce di essersi limitato a raccogliere e compilare un gran numero di cartografie e di mappe sorgenti antiche, alcune delle quali risalenti al periodo di Alessandro Magno.

Peraltro, vi è la prova che la maggior parte di queste antiche mappe segrete furono catalogate e conservate nella Biblioteca di Alessandria d’Egitto, cui lo stesso Piri Reis avrebbe attinto.

Alcune mappe includevano anche carte dell’Oceano Artico ed Antartico, rendendo chiaro che gli antichi navigatori avevano navigato da polo a polo. Pertanto, per quanto ciò possa sembrare incredibile, è evidente che popoli antichi abbiano esplorato le coste dell’Antartide quando erano ancora libere dal ghiaccio.

Ciò significa che questi stessi popoli possedevano sofisticati strumenti di misurazione, a noi sconosciuti. Non è possibile escludere che sia esistita una popolazione, ancora oggi ignota, dotata di tecnologie rudimentali ma efficienti e sofisticate. Non parliamo nè di civiltà extraterrestri nè di civiltà discese dalla spazio, ma di popoli vissuti in epoche remote e di cui ancora oggi non abbiamo esatta contezza.

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    La misteriosa mappa di Oronzio Fineo | Mistero.me Febbraio 22, 2014 - 3:32 pm

    […] Hapgood (storico statunitense che ideò la teoria dello slittamento polare) dopo avere esaminato la Mappa di Piri Reis, studiò un altro importante reperto cartografico, risalente al 1531, meglio noto come mappa di […]

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