Il Fantasma del Colosseo. Testimonianze ed indagini

Il Fantasma del Colosseo. Testimonianze ed indagini
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Fantasma del Colosseo.

Il Colosseo, imperituro simulacro della romanità. Simbolo dei fasti di un Impero che ha dominato il mondo, creato valori e riferimenti culturali che caratterizzano l’Occidente.

Fino alla seconda metà del 1900, il monumento era liberamente accessibile. In seguito, per preservarne la stabilità, si provvide a razionalizzare e controllare le luci di ingresso ed uscita.

L’Anfiteatro Flavio (Colosseo) è oggi visitabile ad orari e con modalità prestabilite, per garantire la sicurezza della struttura ma anche il diritto di apprezzarne la maestosità, il fascino e la bellezza.

Esistono molte leggende metropolitane sui “fantasmi” del Colosseo, la più interessante delle quali, probabilmente, è quella narrata da Benvenuto Cellini, che racconta di torme e gladiatori, della visione di combattimenti nell’arena e di misteriose visioni notturne.

La storia che stiamo per raccontarvi non ha la romanzata bellezza di quella Cellini, ma è  tremendamente più oscura e toccante, perchè  racconta la recentissima esperienza vissuta da 4 ragazzi in cerca di una serata alternativa e diversa.

Il 29 Aprile 2013, abbiamo intervistato N.C. in forma riservata. La testimone ci ha chiesto espressamente di non divulgare le sue generalità (per valide ragioni che ha spiegato nel colloquio preliminare) ed intendiamo osservare quest’obbligo morale e giuridico.

Ha pure acconsentito ad una ripresa fonografica dell’intervista, ma al fine esclusivo di utilizzarla per la redazione dell’articolo e con assoluto divieto di divulgare, sotto qualsiasi forma, il materiale acquisito.

La storia di N.C. inizia alle 18:30 del 20 Aprile 2013.

N.C. trascorre un piacevole pomeriggio in compagnia di 3 amici, tra cui il suo fidanzato. Verso le 19:00, la comitiva si sposta da Piazza di Spagna al Colosseo. L’anfiteatro ha già chiuso alle 19:15 e non è possibile accedervi per le vie “canoniche”.

Il gruppo vuole trascorrere una serata diversa, all’insegna della trasgressione e decide di accedere al Colosseo percorrendo una “strada” secondaria.

Proseguiamo con il racconto in prima persona di N.C.

Sull’ala est del Colosseo si trova una linea di accesso poco conosciuta. Chi vive a Roma e conosce bene la zona sà dove si trova e cosa fare per entrare senza troppi problemi. Avevamo questa intenzione. Non era la prima volta che accadeva. Due anni fà avevo fatto la stessa cosa in compagnia del mio ex fidanzato. Anzi, fù proprio lui a farmelo conoscere la prima volta. Ovviamente l’ingresso è vietato, ma in quel punto non si trovano videocamere nè altri sistemi di sorveglianza.

Insomma, verso le otto di sera circa, otto o otto e un quarto, decidiamo di entrare. Due dei nostri amici, G. ed A., non conoscevano bene Roma e per loro sarebbe stata una esperienza unica ed incredibile potere visitare il Colosseo dopo la chiusura ed esplorare zone a cui i visitatori non possono accedere.

Ci dirigiamo subito verso l’ingresso lungo l’arco maggiore, nella zona che dà accesso all’arena. Da quel punto è possibile scendere in uno dei sotterranei secondari, dove si aprono una serie di locali e gallerie. Entriamo in uno di questi locali, una vano chiuso di circa 3 metri per 3.

I nostri amici furono subito affascinati da quel posto tetro che era dotato solo di un unico ingresso e senza altre aperture.

Mentre parliamo e scherziamo sulle abitudini degli antichi romani e ci chiediamo a cosa poteva servire quella stanza, veniamo sorpresi da uno strano rumore, di sordo metallo. Ci tiriamo subito indietro, temendo poteva trattarsi di un guardiano che stava perlustrando la zona o che aveva sentito la nostra presenza.

Quando siamo tutti in fondo alla parete, rannicchiati ed in silenzio, evitando di fare il benchè minimo rumore, di fronte la porta appare la sagoma di una luce soffusa, con una intensità più forte nella parte superiore. Ci rendiamo subito conto che non si tratta della luce di una lampadina nè di una fonte luminosa artificiale.

Dopo qualche secondo, ma potrebbe trattarsi anche di minuti. Sì, perchè in realtà accadde un fatto strano. Era come se in quel momento avessimo perso la cognizione del tempo. E’ una sensazione che non riesco ad esprimere compiutamente. Tutti e quattro ci rendiamo conto che quella luce aveva assunto una consistenza uniforme, con la parte superiore più viva. Aveva i contorni esatti di un uomo in divisa. Un centurione, proprio un centurione romano, identico a quelli raffigurati nelle locandine o che osserviamo in costume per le strade di roma. Il fatto è che non si trattava sicuramente di una comparsa. Perchè l’intera immagine era al contempo luminosa, nitida e trasparente. Ma non vi era nulla di umano, di carnale. Eravamo impauriti, quasi pietrificati, perchè quell’entità si posizionò di fronte all’ingresso, quasi volesse impedirci di uscire. L., il mio fidanzato, ha bisbigliato qualche parola un pò confusa ed ha cominciato a guardarmi negli occhi, quasi a chiedermi se anche io vedevo la stessa cosa.

L’entità è rimasta immobile, per molti minuti. Poi, ha sollevato il braccio destro sulla linea di ingresso.  A quel punto, abbiamo sentito tutti un confuso e continuo rumore metallico, come di catene che strisciano su un pavimento.

Il rumore è diventato più forte, come se stesse avvicinandosi lentamente. Nel momento in cui il rumore era quasi diventato assordante, l’entità si è spostata sulla sinistra e con movimenti rigidi ma composti si è allontanata seguendo la stessa direzione.

Eravamo tutti ammutoliti ed abbiamo impiegato un pò di tempo per riprenderci, anche perchè temevamo che potesse riapparire nuovamente.

Ci siamo guardati negli occhi e, dopo avere aspettato qualche minuto, siamo usciti fuori passando per la stessa via da cui eravamo entrati.

Non sappiamo ancora cosa sia esattamente accaduto, ma siamo certi che quella entità non era umana e che di certo non si è trattato di un’allucinazione. Tutti abbiamo visto e sentito la stessa cosa.

Abbiamo discusso tutta la nottata di quello che ci era accaduto, ma non abbiamo trovato alcuna risposta razionale”.

Quando N.C. finisce il suo racconto, gli poniamo alcune domande, per verificare, in modo specifico, lo stato mentale del gruppo durante il verificarsi dei fatti.

N.C. ha categoricamente escluso l’uso di sostanze alcoliche o psicotrope, affermando che tutti erano perfettamente sobri, lucidi e consapevoli e che il fenomeno è stato percepito in modo analogo ed indipendente

Esclusa la presenza di alterazioni mentali di tipo allucinatorio indotte da sostanze esterne, ci siamo posti il quesito se quel fenomeno possa essere stato originato da una forma inconsapevole di allucinazione collettiva, alimentata dall’effetto suggestionante del luogo e dalle circostanze di tempo in cui si è verificato.

La concomitanza dei fatti, la interdipendenza delle percezioni, autonomamente vissute dalle persone presenti, induce ad escludere questa ipotesi di lettura.

La precisione dei fatti narrati e la loro concreta dinamica consente di affermare che l’episodio non appare spiegabile seguendo gli ordinari canoni razionali.

La questione può trovare una risposta definitiva solo eseguendo studi più approfonditi sul luogo dell’evento ed indagini strumentali accurate.

Il Colosseo ed il suo fantasma affascinano e continuano ad affascinare.


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