Le luci di Hessdalen: contatti ufo o fenomeno naturale?
Il fenomeno delle misteriose luci di Hessdalen (Norvegia) è noto da decenni ed attira l’attenzione di turisti, ricercatori, astronomi, scienziati ed ufologi.
L’evento è caratterizzato dall’improvvisa apparizione nel cielo di luci discoidali variopinte e fluttuanti ed ha iniziato a manifestarsi negli anni ’80. Il dato singolare è che queste luci, in alcune circostanze, sembrano seguire traiettorie e movimenti intelligenti, stazionando nel cielo anche per ore per poi sparire repentinamente.
A partire dal 1983, la valle di Hessdalen è divenuta oggetto di progetti di ricerca scientifica e studi ufficiali oltre che di indagini ufologiche condotte da ricercatori provenienti da tutto il mondo (come il Project Hessdalen, fondato da ufologi scandinavi ed a cui, in seguito, hanno preso parte anche ricercatori italiani).
I rilievi strumentali hanno appurato che l’intera vallata di Hessdalen è ricca di segnali ed onde radio di basso livello per lo più rientranti nella norma. Tuttavia, una parte dei segnali presenta singolari anomalie, in particolare il doppler nel range 1-3 Khz.
Lo studio delle sorgenti luminose, invece, ha appurato che il fenomeno genera luce alla stregua di un radiatore non planckiano e che gli sbalzi di luminosità possono essere attribuiti all’improvviso aumento della superficie radiante, la cui estensione non è correlata all’espansione dei dischi luminosi ma è dovuta all’improvvisa apparizione di piccole sfere che si concentrano attorno ad un nucleo centrale.
Il fenomeno ha le caratteristiche di una materia che simula un solido illuminato uniformemente e che può raggiungere fino ai 20 Kw di potenza.
Infine, la valle è permeata da un forte campo elettrico ad intermittenza.
Si scontrano due diverse teorie.
La prima, avallata dagli ufologi, indica in Hessdalen una regione che, per morfologia e caratteristiche geo-fisiche, è stata scelta da intelligenze extraterrestri come luogo privilegiato per mantenere i contatti con il nostro pianeta. Le fonti di luce, infatti, oltre ad avere un aspetto discoidale seguono un comportamento intelligente (con traiettorie geometriche talvolta segmentate) che sono del tutto incompatibili con un eventuale loro origine naturale. Inoltre, i medesimi ufologi obiettano che, nonostante le complesse ricerche fino ad ora condotte, la scienza ufficiale non è stata in grado di offrire alcuna spiegazione plausibile.
Dall’altra parte, il Dott. Jader Monari coadiuvato da un team di radio astronomi ha proposto una spiegazione naturale del fenomeno. La presenza di miniere di zolfo e rame, unitamente alla forte concentrazione di ferro sulle rocce, nella parte opposta della valle, creerebbe una sorta di “pila naturale” in grado di generare un campo elettrico anomalo che stà alla base della diffusione di strani fenomeni luminosi.
La stessa tesi è stata proposta da David Turner nell’Agosto del 2010, che asseisce che “lo scambio di energia termica, elettrica e chimica tra un plasma e un’atmosfera ricca di vapore acqueo è in grado di generare sfere di luce dai profili nettissimi come quelli osservati. Esse producono energia con un meccanismo simile a una pompa termo-chimica: ciò permette l’esistenza di una struttura autoregolata e dai tempi di vita relativamente lunghi. Il plasma è quasi sicuramente prodotto dalle flessioni tettoniche che generano effetti elettromagnetici simultanei : in tali condizioni può formarsi un vortice di plasma. Questo interagendo con l’atmosfera genera le luci che osserviamo nel cielo della valle.
L’aspetto più enigmatico sono le particelle di ferro viste al microscopio, di forma perfettamente sferoidale, solitamente riconducibili alla caduta di meteoriti e piuttosto insolite in natura. La cosa ancora più curiosa è che lo stesso tipo di microsfere è già stato rintracciato nelle analisi del terreno esaminato in corrispondenza di alcuni episodi ufologici nei punti precisi in cui il fenomeno si è manifestato.
In conclusione, secondo le attuali ricerche, le luci di Hessdalen potrebbero essere prodotte da particelle elettrizzate dalle linee di forza che si generano nella vallata (una immensa pila naturale). Ciò spiegherebbe anche perchè gli eventi luminosi sono più visibili durante le aurore ovvero nel momento in cui la luce solare produce particelle elettriche che innescano il fenomeno.
Tuttavia, questa tesi, che per comodità di stile potremmo definire “teoria del fenomeno naturale”, non riesce a spiegare la particolarità degli episodi rilevati.
Infatti, alcuni esperimenti hanno documentato una certa interazione delle sfere di luce con gli osservatori. Ad esempio, nell’ambito del “Project Hessdalen” sono state riscontrate 8 reazioni in seguito a 9 puntamenti diretti con un laser. Le sfere di luce, rispondendo allo stimolo, hanno cambiato frequenza ed iniziato a pulsare in modo diverso.
In alcuni casi è stato addirittura sfiorato il contatto fisico, come quando una luce di piccole dimensioni si è avvicinata di fronte ad un osservatore, girandogli intorno.
Molti testimoni, inoltre, riferiscono che le luci cambiano spesso direzione, seguono percorsi precisi e infondono nell’osservatore una caratteristica vibrazione ondulatoria.