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Il delitto di Antonietta Longo

by admin
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Il 10 Luglio del 1955, sulla riva del lago di Castelgandolfo, viene ritrovato il cadavere di una donna.

Breve cronistoria del delitto di Antonietta Longo, la decapitata del Lago.

La scena del crimine presenta subito elementi singolari e piuttosto macabri. La donna è decapitata (la testa non sarà mai ritrovata) ed il corpo è nascosto sotto un mucchio di giornali.

L’indagine autoptica, inoltre, rileverà che le ovaie sono state strappate e la vittima, prima di essere decapitata, è stata ripetutamente accoltellata al ventre, alla schiena ed all’addome.

La donna mostra un’età compresa tra i 25 ed i 30 anni, alta 1.60, ha le unghie di mani e piedi ben curate e laccate di smalto rosso. Al polso, indossa un piccolo orologio di marca Zeus. Nei pressi del cadavere viene rinvenuto un portachiavi, il ritaglio di una fotografia che ritrae un uomo ed una donna a braccetto nonchè un orecchino di forma triangolare.

Gli inquirenti non riescono a dare un nome ed una identità alla vittima. Poi l’attenzione si concentra sul orologio trovato nella scena del crimine. Si scopre che di quel modello erano state vendute solo 150 copie in tutto il territorio romano.

Gli investigatori setacciano tutte le gioiellerie romane fino a quando non identificano il negoziante che lo ha venduto ed in conseguenza la donna che lo ha acquistato.

La vittima ha finalmente un volto ed un nome. Si tratta di Antonietta Longo, una giovane donna (30 anni) residente a Mascalucia (piccolo comune in provincia di Catania). Si scopre che Antonietta lavorava come domestica presso la famiglia Gasparri e che la sua scomparsa era stata denunciata alla fine del mese di Luglio dal datore di lavoro.

Per identificare definitivamente la vittima, si procedette (con esito positivo) al confronto tra le impronte digitali del cadavere e quelle reperite nell’abitazione del Gasparri su alcuni abiti recentemente confezionati dalla domestica.

L’autopsia rivela  che le ovaie sono state estirpate quando Antonietta Longo era ancora viva e che l’assassino doveva essere un esperto (probabilmente un chirurgo), per il modo in cui ha eseguito il delitto.

Si indaga sullo stile di vita della vittima. Antonietta Longo era una donna piuttosto riservata e tranquilla, totalmente dedita al lavoro. Ha poche amiche e storie d’amore non molto importanti.

Emergono alcuni interessanti particolari. Alla fine del mese di Giugno, la donna ha chiesto (fatto inconsueto) un breve periodo di ferie per rientrare in Sicilia.  Inoltre, il 30 Giugno aveva ricevuto una lettera (della quale non si conoscerà mai nè il contenuto nè il mittente). Qualche mese prima, il 14 Marzo, preleva dal conto corrente 214 mila lire (tutti suoi risparmi). Venti giorni dopo Antonietta Longo deposita, alla stazione Termini di Roma, una valigia contenente i suoi abiti ed indumenti intimi.

Il 5 Luglio Antonietta Longo và in ferie. Si tratta della stessa data dei giornali utilizzati per nascondere il suo corpo. Pertanto, appare probabile che l’omicidio sia stato compiuto in una data compresa tra il 5 ed il 10 Luglio.

Antonietta spedisce una lettera ai familiari in Sicilia, in cui racconta di avere conosciuto un uomo di cui si è profondamente innamorata. Chiude la lettera scrivendo “Fra poche ore sarò sua. Spero di sposarlo e darvi la gioia di un nipotino“.

La povera Longo esce di casa alle 8.30 del 5 Luglio, con in tasca un biglietto ferroviario con destinazione Mascalucia. Ma non prenderà mai il treno.

Trascorrerà qualche giorno in una pensione. Dopo sarà barbaramente uccisa sulla riva del lago di Castelgandolfo.

Le modalità con cui è stato commesso l’omicidio fanno pensare o a un delitto rituale o ad un delitto a sfondo sessuale e finalizzato a nascondere una scomoda verità.

La tesi più probabile sul delitto è che Antonietta Longo fosse rimasta incinta del proprio assassino. Il che spiegherebbe il perchè di quei ripetuti colpi all’addome ed al ventre e, sopratutto, dell’estirpazione delle ovaie.

Poco decifrabile, invece, il motivo per cui l’omicida ha decapitato la donna, disfacendosi del cranio: intendeva nascondere qualche specifico indizio o lo ha fatto per non rendere riconoscibile il cadavere e “rallentare” le indagini?

A queste domande non avremo mai una risposta.

Il delitto di Antonietta Longo è passato definitivamente alle cronache come il delitto della decapitata del lago di Castelgandolfo.

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