Chi uccise Pier Paolo Pasolini?
Quasi 38 anni dopo la sua morte prematura , Pier Paolo Pasolini è ancora considerato uno dei più grandi intellettuali italiani del ‘900. Il suo assassinio ha destato un senso di disgusto e di disagio in netto contrasto con lo spessore culturale del personaggio.
Il problema, questa volta, non è la sua sublime arte letteraria, che ha superato il convenzionalismo dei classici italiani. No, il problema è la sua vita , o meglio la sua morte sordida e scioccante , avvenuta per mano di un ragazzo, in uno squallido campo abbandonato alla periferia di Roma. Tutto avvenne la notte del 2 novembre 1975.
Il mondo della cultura non ha mai voluto accettare l’omicidio di Pasolini come l’esito inaspettato di una semplice disavventura omosessuale , così come l’autorità giudiziaria aveva in un primo tempo appurato.
Pasolini fu ucciso da un ragazzino esile e solitario, o altre persone sono state coinvolte nella triste vicenda ? Pasolini è stato vittima della propria sessualità perversa e troppo incuriosita dal fascino della malavita romana , o sono stati politici e uomini dei servizi segreti a farlo fuori? Queste domande sono state al centro del film di Marco Tullio Giordana “Pasolini, un delitto italiano“.
Vi sono anche le suggestioni di Nino Marazzita , un avvocato che spinge la magistratura a riaprire il caso e ad ascoltare due nuovi testimoni apparentemente in grado di gettare nuova luce sul caso.
La vicenda ha tutti gli ingredienti della cospirazione: un’indagine di polizia frettolosa, un apparente conflitto all’interno del sistema giudiziario, dissapori ed ostilità di alcuni partiti politici e soprattutto un contesto di forte tensione sociale e di attentati terroristici alternativamente attribuiti all’estrema destra ed all’estrema sinistra .
La versione ufficiale degli eventi è relativamente semplice. La notte della sua morte, Pasolini fece salire sulla sua auto un ragazzo di 17 anni, di nome Pino Pelosi , conosciuto dagli amici come ” La Rana “, fuori dalla stazione ferroviaria principale di Roma e gli offrì 20.000 lire in cambio di un rapporto sessuale. Si fermarono in un ristorante vicino alla basilica di San Paolo fuori le Mura, poi si diressero verso la stazione balneare di Ostia. Parcheggiarono l’auto su un terreno accanto ad un campetto di calcio .
Pasolini , secondo Pelosi , diventò improvvisamente aggressivo e violento e minacciò di spingergli un bastone di legno nel retto. Pelosi lo avrebbe colpito in testa con un pezzo di legno e colpito a calci nei testicoli. Poi salì sull’Alfa Romeo GT di Pasolini, e partì travolgendone il corpo durante la fuga.
La polizia catturò Pelosi pochi minuti dopo , mentre il corpo di Pasolini fù scoperto la mattina dopo, da un operaio e sua moglie che stavano per andare a lavoro.
Il cadavere era gravemente mutilato, il torace era stato schiacciato ed il fegato lacerato . Un orecchio era staccato dalla testa . Pelosi confessò quasi subito, insistendo sul fatto che aveva agito da solo . La polizia non ha mai messo in discussione seriamente la sua versione dei fatti , ed il ragazzo è stato poi condannato a nove anni e mezzo di carcere .
Tuttavia, l’inchiesta era lungi dall’essere soddisfacente per gli avvocati della famiglia Pasolini. Era davvero credibile che un atleta come Pasolini poteva esser stato massacrato di botte da un ragazzo esile e magro come Pelosi ? E’ possibile che Pelosi abbia potuto infliggere da solo tali gravi lesioni? Come mai Pelosi aveva solo un paio di piccole macchie sui vestiti , quando tutte le indicazioni testimoniavano una lotta cruenta e furiosa in un campo fangoso ?
C’erano altre anomalie. Una macchia di sangue è stata trovata sul tetto della vettura, ma sul lato del passeggero , suggerendo che Pelosi ha avuto un passeggero o che qualcun altro stava guidando . Inoltre, sul sedile posteriore venne rinvenuto un maglione verde che non apparteneva né a Pasolini né a Pelosi. Il cugino di Pasolini riferì che quel maglione non si trovava lì quando aveva pulito la macchina il giorno prima .
La polizia effettuò investigazioni frettolose ed approssimative. Non rilevarono le impronte digitali nella zona intorno al corpo . Lasciarono la macchina di Pasolini sotto la pioggia , compromettendo tutte le prove ed i segni sulla carrozzeria. Infine, il corpo urtò accidentalmente contro un palo durante il tragitto per portarlo al magistrato inquirente che aveva chiesto di vederlo . Come risultato , le prove forensi nel caso era quasi inutili .
Molti amici di Pasolini sono convinti che altri soggetti erano coinvolti nella vicenda. Alcuni giornalisti ebbero notizia, da fonti riservate, che una moto aveva seguito la macchina di Pasolini , e che la sosta al ristorante fu uno stratagemma utilizzato da Pelosi per consentire alla moto di raggiungerli. Perché Pelosi insistette di avere agito da solo ? Stava prendendo la responsabilità per conto dei suoi amici ( essendo minorenne avrebbe avuto un trattamento più indulgente ) , o stava coprendo una cospirazione più ampia ? La polizia era stata superficiale ed incompetente o aveva istruzioni precise, provenienti dall’alto, di svolgere indagini superficiali sul caso?
Queste possibilità sono appare più realistiche quando il Tribunale dei Minori stabilitì che Pelosi era colpevole di omicidio “, in collusione con altri sconosciuti “. In un contesto normale , le autorità avrebbero dovuto riaprire l’inchiesta . Ma la Corte di Appello modificò la sentenza , eliminando il riferimento ad “altri sconosciuti” .
Fino ad oggi , nessuno sa perché la Corte Di Appello abbia insistito sul fatto che Pelosi aveva agito da solo . Il film di Marco Tullio Giordana offre varie ipotesi , senza alcun straccio di prova . Pasolini , suggerisce , potrebbe essere stato ucciso da fascisti ostili alla sua omosessualità . O , più seriamente , avrebbe potuto essere ucciso da elementi interni del partito di governo (la Democrazia Cristiana) che aveva aspramente attaccato nell’articolo pubblicato su un giornale . Certo , l’establishment politico non sembrava troppo turbato dalla sua morte.
L’avvocato Nino Marazzita spera che tali ipotesi si riproporrà ora che ha trovato due nuovi testimoni . L’identità di uno di loro è per il momento segreta, mentre l’altro testimone è un carabiniere in pensione disposto a confermare la storia degli assassini che avevano seguito in moto la macchina di Pasolini .
Tuttavia, sembra che una teoria della cospirazione non possa essere una soluzione coerente e percorribile. Perfino gli amici di Pasolini hanno smesso di credere che l’omicidio sia qualcosa di diverso da un’avventura sessuale finita in tragedia. Ma il fascino del crimine rimane. L’Italia non ha mai conosciuto, prima e dopo Pasolini, un non- conformista , un marxista cattolico, un intellettuale borghese così tremendamente attratto dal ventre della vita, un omosessuale che amava la vita dei bassifondi, ritenendola più genuina e reale di quella alto-borghese. Ancora oggi, la personalità di Pasolini è avvincente ed inquietante al contempo.
Il Biografo Enzo Siciliano ritiene che la teoria del complotto è un modo di proiettare la vita di Pasolini nel regno del mito . “Sono convinto che l’omicidio di Pasolini non fù di per sé un crimine politico “, ha scritto , “era piuttosto il catalizzatore di una sensazione di repulsione collettiva , per un senso di autocritica della coscienza nazionale , o almeno per una rivalutazione di Pasolini come una figura rilevante nel panorama nazionale”.
L’ipotesi più coerente è che Pasolini fù ucciso da un gruppo di ragazzi che, probabilmente, intendevano punirlo o dargli una lezione per le sue frequenti avventure omosessuali. Con ogni probabilità, Pelosi gli tese una trappola. Acconsentì al rapporto sessuale a pagamento e cercò di indirizzare Pasolini in un luogo nascosto e poco frequentato. Altri amici di Pelosi seguirono l’autovettura ed al momento opportuno intervennero massacrando lo scrittore. L’intenzione, forse, non era di ucciderlo ma di dargli una dura lezione. La morte di Pasolini potrebbe essere derivata o dal timore di essere stati scoperti ed individuati oppure dalla fuga di Pelosi che, alla guida dell’autovettura, travolse il corpo già esangue.
Quel che è certo è che Pelosi non agì e non poteva agire da solo. Lo testimoniano le gravissime lesioni riscontrate ed i pochi (ma determinanti) indizi raccolti.