Barbablu, il serial killer di donne cui usurpava l’eredità

Barbablu, il serial killer di donne cui usurpava l’eredità
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Henri Desirè Landru, meglio noto come Barbablù, è un famoso serial killer francese, autore di efferatissimi crimini (contro donne) che perpetrò nella prima metà del ‘900.

Barbablu era nato a Parigi il 12 Aprile del 1869, proveniva da una famiglia medio borghese. Di lui non si hanno informazioni particolari, se non a partire dal 1915. E’ diventato uno dei serial killer più noti. Le donne erano le sue vittime preferite.

Pur non essendosi mai sposato, Barbablu simulava di essere un ricco vedovo alla ricerca di una nuova compagna di vita.

Prendeva di mira donne sole benestanti e prive di reali legami affettivi. Dopo una breve frequentazione, le convinceva a trasferirsi nella sua abitazione. Una isolata villetta presa in affitto che spacciava di sua proprietà.

Era certamente un grande affabulatore. Infatti, attraverso la sua eloquenza riusciva ad indurre le povere donne malcapitate a sottoscrivere in suo favore atti di trasferimento immobiliare o di conti bancari.

Una volta prosciugati i conti correnti, strangolava le vittime e ne bruciava i corpi nel forno della villa.

I vicini di casa si insospettirono per il forte odore pestinenziale che proveniva dall’abitazione ma, nonostante, alcuni controlli effettuati dalle forze dell’ordine, Landrù riuscì a mascherare i suoi crimini.

Successivamente, intervennero numerose denunce sporte dai familiari delle donne scomparse e fù possibile risalire a Barbablu grazie alle movimentazioni bancarie ed ai trasferimenti immobiliari effettuati  poco prima della scomparsa.

Nel 1919, Barbablu fù arrestato con l’accusa di truffa ed appropriazione indebita. Durante lo svolgimento delle indagini venne imputato dell’assassinio di 10 donne e di un ragazzino che aveva accompagnato nella villa una delle vittime.

Il 7 Novembre del 1921 si aprì il processo a Versailles.

Landru (Barbablu), dinanzi la Corte di Assise,  negò di essere l’autore di quegli atroci delitti e manifestò un comportamento arrogante e poco collaborativo.

Alle domande della Pubblica Accusa, che evidenziava numerosissimi profili indiziari, rispose “Se sono io l’assassino e se ci sono delle vittime, Mostratemi i cadaveri“!.

La Corte di Assise dispose il trasporto, nell’aula del Tribunale, del forno a legna in cui erano stati bruciati i corpi delle vittime.

Ma Landrù (Barbablunon si scompose mai, neppure quando, a seguito di una perquisizione nel giardino di casa furono trovati frammenti di denti ed ossa umane.

Le prove materiali erano insufficienti. I resti umani trovati non potevano essere indentificati nè ricondotti con certezza ad una azione criminale di Landrù.

Tuttavia, la giuria riuscì comunque ad “incastrare” Barbablu, avvalendosi di un’agendina in cui il serial killer aveva annotato e riportato le spese di viaggio sostenunte dalle vittime, lasciando in bianco quelle di ritorno.
Questa fù l’unica prova che riuscì a dimostrare la corrispondenza delle ossa umane ritrovate nel giardino con le donne la cui presenza era stata annotata nell’agenda.

Il 30 Novembre del 1921, la Corte di Assise di Versailles condannò a morte Barbablu.

Il legale di “Barbablù” inviò una richiesta di grazia al Presidente Alexandre Millerand, che fù rifiutata il 24 Febbraio 1922.

La sentenza fù eseguita alle 6:05 del 25 Febbraio del 1922, nel cortile della prigione di Versailles.

Landrù fù ghigliottinato, portando nella tomba il segreto di altre innumerevoli vittime trucidate.

Passò alla storia come uno dei più efferati serial killer.


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