Profezie di Malachia e Papa Francesco: è l’ultimo papa?

Profezie di Malachia e Papa Francesco: è l’ultimo papa?
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Profezie di Malachia e Papa Francesco

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Papa Francesco

Nella prima metà del dodicesimo secolo (secondo alcuni intorno al 1140) Malachia, vescovo irlandese, redasse una serie di profezie riguardanti la successione dei Pontefici, dal 1143 (Celestino II)  fino all’ultimo Papa. Si tratta di 111 motti, scritti in latino. Le suddette profezie, secondo alcuni studiosi, potrebbero essere state ispirate da San Bernardo. Quel che è certo è che i vaticini di Malachia furono, per la prima volta, pubblicati nel 1595 da Arnold Wion in un testo noto come “Lignum Viate“. Le profezie di Malachia sono organizzate per motti, piccoli epiteti che dovrebbero caratterizzare e distinguere l’essenza di ogni pontefice. Sono accompagnate anche da una brevissima e sintetica descrizione. Molti autori sostengono che, fino ad oggi, le profezie di Malachia hanno trovato riscontro su ogni pontefice. Ad esempio (trasalendo sui pontificati lontani), Giovanni Paolo II è stato descritto come “De Labore Solis” (levante del Sole), alludendo al fatto che Papa Woytila proveniva dell’est in quanto di origine polacca. A sua volta, Papa Ratzinger è stato definito “De Gloria Olivae“. In effetti, Papa Benedetto XVI appartiene all’ordine dei benedettini (noto anche come ordine degli olivetani) e porta sulla sua veste l’effige dell’ulivo.

Vi è anche una larga parte di scettici, che ritiene che le profezie di Malachia siano spurie e fallaci. Spurie in quanto la stessa autenticità del documento è messa seriamente in discussione (tanto che lo stesso San Bernardo non ne farebbe menzione nella sua “Vita Malachiae“). Fallaci, in quanto le profezie possono adagiarsi a diverse interpretazioni e la loro correlazione con singoli papi è solo frutto di fantasia e di forzature semantiche.

In questo articolo vogliamo prescindere dalle questioni “scientifiche” e concentrarci su quelle “attitudinali” ovvero (e semplicemente) verificare se la profezia di Malachia, riferentesi all’ultimo Papa, possa in qualche modo essere correlata alla figura di Papa Francesco.

L’ultima profezia testualmente recita: “In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen” la cui traduzione è la seguente “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia“.

Profezie di Malachia e Papa Francesco? I contenuti coincidono?

ANALISI DELLA PROFEZIA

Data la brevità della profezia, la sua analisi sarà altrettanto laconica. Malachia fà riferimento ad un’ultima persecuzione della Chiesa Romana. Non è dato precisare se la Chiesa, in questo caso, sia soggetto attivo o passivo di una condotta persecutoria.  In questo evo, non abbiamo contezza di attività persecutorie effettuate dalla Chiesa Cattolica. Pertanto, dobbiamo ritenere che (nel contesto del vaticinio) la Chiesa debba essere considerata oggetto di una persecuzione e non parte attiva di un’azione diretta. In questo senso, la profezia appare fuori “voce”, dal momento che non possiamo considerare “attività persecutorie” le attuali vicende riguardanti la moralizzazione del sistema ecclesiastico, l’invito ad un contegno morigerato e la stessa lotta alla pedofilia. Anzi, al contrario, questi aspetti testimoniano una crescita del valore spirituale indirizzato ad un “ritorno” della Chiesa ai crismi religiosi che dovrebbero caratterizzarla.

La seconda parte della profezia etichetta l’ultimo pontefice come “Pietro Il Romano“, ed è su questa che dobbiamo soffermarci. La locuzione “Pietro il Romano” si attaglia a Papa Francesco? Molti siti internet ritengono che la profezia sia coerente inneggiando al c.d. Papa Nero ed al fatto che Papa Bergoglio faccia parte dell’ordine dei Gesuiti (che indossano una veste nera e sono conosciuti come presuli dal carattere piuttosto forte). Tuttavia, la profezia di Malachia non fà menzione alcuna di un Papa Nero e queste interpretazioni nascono da una superficiale interpolazione con  le profezie di un Papa Nero. In realtà, la profezia del Papa Nero non ha nulla a che vedere con Malachia e si riferisce ad una quartina di Nostradamus che farebbe riferimento ad un papa africano durante il cui pontificato accadrà la fine del mondo.

Profezie di Malachia e Papa Francesco. Verso una sintesi.

PROFEZIE DI MALACHIA E PAPA FRANCESCO: E’ PIETRO IL ROMANO?

Come abbiamo accennato in premessa, Malachia descrive l’ultimo papa come “Pietro il Romano“. L’espressione può adattarsi alla figura di papa Bergoglio? Crediamo di si e proveremo a spiegare il perchè. Nel suo primo discorso pubblico, immediatamente dopo l’elezione, papa Francesco si è presentato come pontefice delle genti ma come il “Vescovo di Roma”. Papa Francesco ha ribadito questo concetto in altre circostanze, richiamando l’attenzione sul fatto che il Papa vive in una realtà diocesana ed è un vescovo uguale ad altri vescovi, con l’unica differenza che il suo ministero di svolge a Roma.

Ora il primo vescovo di Roma è stato proprio “Pietro che, fin dalla sua elezione e pur rappresentando l’unificazione della cristianità, si presentò come “Vescovo di Roma“. Le figure presentano significative analogie in relazione al ruolo attribuito al pontificato ed alla stessa figura del pontefice. Inoltre, le espressioni usate da Bergoglio non sembrano esser state usate da altri pontefici. Siamo in presenza, cioè, di un lessico e di una qualificazione in contrasto con l’immagine e le proprietà manifestate da altri papi.

Nei termini sopra descritti, Papa Bergoglio potrebbe tranquillamente essere definito “Pietro il Romano“, con coincidenze metaforiche perfettamente collimanti con la profezia di Malachia sull’ultimo pontefice.

La profezia continua affermando che “Pietro il Romano” pascerà il suo gregge tra grandi tribolazioni, al termine delle quali la città dei sette colli sarà distrutta. Questa parte del vaticinio si riferisce ad eventi che devono ancora verificarsi. Le grandi tribolazioni potrebbero alludere ad una grave compromissione della fede cristiana o ad altri importanti avvenimenti tali da minacciare il credo. Dopo questi eventi, prendendo alla lettera la profezia, dovremmo assistere alla distruzione di Roma  (la città dei sette colli). Potrebbe trattarsi di un fatto empirico (distruzione fisica della città) o di una metafora (distruzione spirituale e religiosa della fede cattolica). Profezie di Malachia e Papa Francesco. La questione è destinata ad alimentare ulteriore dibattito. Per avere una idea più chiara del fondamento della profezia, dei suoi eventuali risvolti e dei suoi significati dobbiamo necessariamente attendere l’evolversi degli eventi.

 


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