Sulla superficie di Marte è stato individuato un oggetto, simile al monolite di 2001 Odissea nello Spazio, che stà appassionando gli studiosi e gli ufologi di tutto il mondo.
Si tratta di un monolite artificiale o di un oggetto naturale che ha assunto forma rettangolare a causa degli agenti atmosferici?
Leggiamo quest’articolo, nel tentativo di trovare una risposta. Marte, il Pianeta Rosso.
La roccia è stata scovata da alcuni astronomi amatoriali all’interno dell’archivio fotografico della NASA, in un’immagine scattata qualche anno fa dallo strumento HiRise montato sulla sonda orbitante Mars Reconnaissance Orbiter da un’altitudine di 260 chilometri.
Presentando la notizia sul suo blog, l’ex presentatore radiofonico David Tayler si è chiesto se il ‘monolito marziano’ non possa essere un reperto di un’antica civiltà andata distrutta. Potrebbe essere questo l’ultimo passo prima della divulgazione definitiva.
L’immagine è stata scattata il 24 luglio del 2008. Cliccando a questo link è possibile collegarsi alla pagina HiRise di riferimento, oppure cliccare a questo link per vedere l’immagine originale in scala di grigi.
A smorzare gli entusiasmi degli appassionati ci pensa la Nasa, la quale tramite Yisrale Spinoza, portavoce del dipartimento che si occupa di HiRise, fa sapere che “non sarebbe saggio fare riferimento alla roccia coma ad un ‘monolite’ o una ‘struttura’, perchè questo implica che abbiamo a che fare con qualcosa di artificiale, come se fosse stato messo lì da qualcuno”. Marte, presumono gli astronomi, non è stato mai abitato.
Secondo il ricercatore, è più probabile che il masso si sia creato dalla rottura di una roccia che per caso ha forma rettangolare.
Ma la Nasa continua a voler credere che si tratti solo di un semplice sasso: “l’oggetto in questione è solo un grosso sasso. La sua vicinanza a un dirupo sembra infatti suggerire che si tratti di un pezzo di roccia che si è staccato ed è poi rotolato fino alla posizione attuale”, dice su livescience.com Jonathon Hill del Mars Space Flight presso l’Arizona State University. Il ricercatore, che per l’agenzia spaziale esamina le foto di pianeti sconosciuti.
A rincarare la dose contro i complottisti e gli ufologi è Alfred McEwen, ricercatore capo presso l’Università dell’Arizona che si occupa di HiRise: “Ci sono un sacco di massi rettangolari sulla Terra e su Marte. La stratificazione dei depositi rocciosi combinata con le fratture tettoniche crea piani ortogonali talmente deboli che dei blocchi rettangolari tendono a resistere e a rimanere fuori dal substrato roccioso”.
La Nasa sembra impegnatissima a smorzare qualsiasi entusiasmo extraterrestre. Facendo salva la buona fede dei ricercatori interpellati, perchè nessuno si è posto almeno il dubbio che possa trattarsi di qualcosa di artificiale? Eppure il dubbio dovrebbe avere una parte essenziale nella sensibilità di un ricercatore. Le più recenti indagini di Curiosity confermano l’esistenza di acqua su Marte.
Ad ogni modo, ci sono almeno altri tre fatti che sembrano far pendere la bilancia a favore dell’ipotesi artificiale:
1) C’è un altro monolite su Marte!
2) C’è ne uno anche su Phobos, una delle lune di Marte;
3) le curiose dichiarazioni di Buzz Aldrin, già al centro del sospetto a causa del progetto Red Sun, una fantomatica missione segreta che avrebbe portato lui e Neil Armstrong su Marte già nel 1970 [Leggi il post sul progetto Red Sun]. Ma andiamo con ordine!
1) Il secondo monolito su Marte
Dalla segnalazione postata da un utente su thelivingmoon.com, apprendiamo che su Marte esiste un secondo curioso oggetto rettangolare scovato grazie al software Google Earth che consente di visualizzare le mappe di Marte. L’oggetto si trova alle coordinate: 27 24 40.06 S – 35 18 30.46 W.
A riprova delle immagini di Google, l’utente ha postato anche il riferimento sul sito HiRise dove è possibile visionare le immagini in alta risoluzione a questo link. Per comodità potete visionare l’immagine originale in scala di grigi direttamente a questo link.
L’oggetto in questione colpisce soprattutto per la lunghezza della sua ombra, pari a circa 50 metri. L’immagine risulta estremamente interessante. Potrebbe essere una formazione naturale? Certamente, e statisticamente sarebbe un bel colpo: due formazioni naturali rettangolari sullo stesso pianeta!
2) Un monolito anche su Phobos
Phobos, il satellite di Marte scoperto da Asaph Hall nel 1877, continua ad attirare ancora la nostra attenzione. Ci sono alcuni ricercatori che sono convinti che ci sia qualcosa di molto strano in questa piccola luna di Marte.
Tra questi c’è Richard Hoagland, un ex dipendente della Nasa e celebre scopritore di anomalie spaziali, secondo il quale ci sono molte ragioni per le quali Phobos deve essere attentamente esaminato.
Quando l’astronomo Douglas Sharpless studiò la luna di Marte nel 1945, notò una strana accelerazione nel moto di Phobos. Lo studioso concluse che Phobos non segue le leggi di gravità di Newton in quanto sembra che la luna sia sempre un pò più avanti di dove dovrebbe essere sulla sua orbita. I dati sembrano confermare un’accelerazione costante di Phobos.
Un’altra informazione scioccante arrivò dall’astrofisico russo Iosif Samuilovič Šklovskij, vincitore del Premio Lenin nel 1960 e della Bruce Medal nel 1972. Nel 1959 Šklovskij esaminò il moto orbitale di Phobos concludendo che la luna di Marte stava lentamente cadendo verso Marte a causa dell’attrito causato dall’atmosfera del pianeta.
Secondo lo scienziato russo questo significa che la densità di Phobos deve essere eccezionalmente bassa, fino al punto da poter ipotizzare che Phobos possa essere cavo e di origine artificiale. Iosif Samuilovič Šklovskij, insieme a Carl Sagan, ha sostenuto per anni la teoria degli ‘Antichi Astronauti‘, cioè di arcaici viaggiatori extraterrestri che poi sono stati considerati divinità dai nostri antenati.
Un altro dato che lascia perplessi è la notevole serie di incidenti alle sonde che hanno tentanto la difficile osservazione di Phobos. Sebbene le sonde Mariner 9 nel 1971, Viking 1 nel 1977 e Phobos nel 1988 siano riuscite ad ottenere alcuni dati preziosi sulla luna marziana, le sonde successive hanno rappresentato una serie avvilente di fallimenti:
1988: la sonda russo Phobos-1 riesce a raggiungere l’obiettivo, mentre laPhobos-2 scompare mentre si trova a soli cinquanta metri dalla luna marziana;1999: Mars Climate Orbiter viene smarrita mentre si trova nei pressi di Phobos; poco dopo si persero notizie anche del Mars Polar Lander, scomparso pochi attimi prima di toccare l’atmosfera marziana;2003: la sonda britannica Beagle-2 scompare misteriosamente dagli strumenti senza più dare segni di vita;2012: Fobos-Grunt è stata una missione spaziale dell’Agenzia Spaziale Russa che prevedeva il ritorno sulla Terra di campioni raccolti su Fobos. La missione è fallita il 15 gennaio 2012, con la caduta della sonda sull’Oceano Pacifico.
L’idea che Phobos possa essere artificiale aveva già sfiorato la fantasia del suo scopritore, il quale aveva ipotizzato che la luna di Marte potesse essere una ‘Stazione Spaziale Orbitante‘. Inoltre, la scoperta di Hall nel 1877 fu del tutto inaspettata, tanto che Sklovskij ritiene che la loro comparsa ‘improvvisa’ farebbe pensare ad un loro ‘lancio’ recente.
Un’ultima curiosità che riguarda Phobos proviene dalle immagini ottenute dalla sonda Mars Global Surveyor della NASA, dalle quali sembra emergere in bella mostra un grosso oggetto rettangolare, molto simile ai monoliti visti su Marte. Qui potete osservare le immagini originali, ma le elaborazioni migliori del ‘Monolite di Phobos’ sono pubblicate da lunexit.it:
3) Buzz Aldrin e il Monolite
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